Cronaca della conviviale n. 28 del 4 maggio 2009

 

Tema: L'anestesia e l'immaginario collettivo

Relatore: Dott. Dario Caldiroli

 

Ho lasciato gli amici, al termine della serata, chiedendomi se avessimo parlato di noi stessi in assoluta libertà o di medicina specialistica.

Non avevo mai sentito un paziente vantarsi delle esperienze avute su di un tavolo operatorio, eppure l’anestesia ottiene anche questo.

Credo di conseguenza che occorra fare un poco di ordine per rievocare la serata, una serata che pochi si dimenticheranno di aver vissuto.

Su 7 tavoli rotondi, dopo il solito mono- piatto- plurimo- rinforzato ed il caffè, Dario cerca di aiutarci a trovare una definizione esauriente dell’anestesia. Non cura il cuore, né il fegato, né il cervello né l’epidermide e di conseguenza non è una specializzazione che cura una malattia od un componente anatomico, non cura una patologia, cura l’uomo ed è sempre disciplina trasversale di supporto allo specialista.

Proprio questa sua multifunzione,consente agli altri di affinarsi e delegare all’anestesia la funzione di colpevole per ogni accusa. Questa impostazione è agevolata dalla semantica perché anestesia deriva dal greco “mancanza della facoltà di sentire”, per via dell'alfa privativo

E’ quindi giusto che i tecnici specialisti, “gli ingegneri” della sala chirurgica, siano meno responsabilizzati. E’ la stessa trama che leggiamo nei gialli classici ove il colpevole è sempre il maggiordomo. (nelle trame moderne resta il filippino). Senza voler offendere nessuno, mi sembra che nella sala operatoria l’anestesista faccia la figura del maggiordomo, indispensabile ad una buona cena ma sempre sotto accusa.

Questo se esaminiamo l’aspetto legale.

Se invece osserviamo la storia e l’evoluzione di questa stupenda specializzazione, dobbiamo osservarla come il vero magnifico risultato dell’evoluzione dell’illuminismo.

In sintesi l’anestesia si riferisce all’uomo nella sua interezza e complessità ed il paziente vede nel Medico Anestesista non un uomo ma un essere mitico un archetipo che ha molto a che vedere con la narrazione sacrale, l’eroe con cui ci possiamo sfidare la nostra paura del mistero e con il quale accettiamo di perdere il contatto con il nostro corpo e la nostra memoria

Non è una esagerazione ma un fatto vero che l’anestesista ha rivoluzionato la storia dell’umanità e permesso di rinegoziare la qualità della nostra vita. Oggi possiamo accettare sorridendo un intervento che solo un secolo fa terrorizzava per la sofferenza che costringeva a sopportare.

La storia ci insegna che Paracelso nel 1500 si accorse che i suoi polli si addormentavano bevendo un liquido detto acqua bianca costituita da acido solforico ed alcool. Tale prodotto successivamente venne chiamato etere dietilico - Curiosamente questo liquido, oggi abbandonato dai medici, viene utilizzato come ottimo sonnifero dai ladri per entrare nelle case a rubare. Nulla si distrugge. ( forse abbiamo trovato la spiegazione del detto

ladri di polli).

Paracelso ben noto per la sua curiosità scientifica, si fermò e forse non mangiò nemmeno le uova delle galline assonnate.

Pur essendo un ottimo ricercatore non si azzardò a fare sperimentazioni per non intaccare i dogmi troppo solidi di quel tempo. Passarono dei secoli e tantissima sofferenza, prima di rivedere nella cittadina di Jefferson nel 1830 il Dr. Crawford Long fare il primo intervento asportando due piccoli tumori usando etere, lo stesso liquido di due secoli prima.

Successivamente venne sperimentato il protossido di azoto il cosiddetto "gas esilarante grazie a Horace Wells, William Morton e Warren Jackson. Drammatica fu la fine di questi primi ricercatori che devono essere ricordati come eroi della scienza a pari livello di Maria Skłodowska, meglio nota come Marie Curie che non depositò il brevetto internazionale per il processo di isolamento del radio in maniera tale da favorire questo settore scientifico.

Tutti loro hanno subito su loro stessi i risultati delle loro scoperte Oggi si parla di Awake Craniotomy con cui il paziente diventa attore e partecipa direttamente all’intervento al cervello guidando lo stesso chirurgo a meglio focalizzare il proprio intervento- Ma questa nuova fase di collaborazione diretta tra paziente, anestesista e medico specialista, porta ora ad una nuova frontiera che affronta anche il dolore dell’animo, frontiera tutta da scoprire che ha bisogno della stretta collaborazione del paziente disponibile a scavare sino ai profondi archetipi che ci governano.

Sembrerebbe tutto avanzatissimo ma a questo punto Dario presenta la foto di una mummia al tempo di Imhotep: 17 secoli prima di Cristo.

Dalla foto risulta essere stata eseguita una perfetta operazione a cranio aperto che ha permesso al paziente di sopravvivere.

Anche allora i medici erano considerati dei maghi, dei maghi che servivano l’uomo.

Il nostro Dario Caldiroli direttore della U-O Anestesia e Rianimazione C-Besta ci ha portato molto lontano, direi nel profondo di noi stessi, facendo della sua professionalità una applicazione di duro lavoro, concretezza e pazienza. Poiché si era citato l’antico Egitto, credo doveroso ricordare come era simbolizzata la parola amore: un uomo che spinge l’aratro.

In questa simbologia c’è la voglia di amare la terra, ovvero l’umanità con la sapienza che nulla è regalato ma che deve essere guadagnato con il sudore.

Mi sembrerebbe il miglior simbolo per ricordare questa serata ed il lavoro di Dario che ci ha permesso di intuire l’impegno di chi vuole lasciare una traccia per noi e dentro di noi.

 

Marco Signorelli