Cronaca della conviviale n. 29 del 19 marzo 2007

 

Tema: “Milano: Le Donne”

Relatore: Dott.ssa Laura Iris Ferro  - imprenditrice

 

Reduci dai nove minicaminetti nove di sabato 10 rieccoci nella nostra beneamata classica tradizionale sede: per celebrare questa ventinovesima conviviale dell’anno rotariano 2006-07. E giustamente agli ultimi minicaminetti  fa riferimento Paolo nel dare inizio alle formalità di rito. Per ringraziare innanzitutto le famiglie ospitanti, Balestra, Bianchi, Bradamante, Fraschini, Malerba, Menicanti, Nicolosi, Ravetta e Verdirame, nonché Gianni Baruffaldi e la nostra Luisella per il gran lavoro svolto per il buon successo dell’iniziativa. “Fra l’altro – conclude convenevolmente il Nostro – i minicaminetti hanno registrato la presenza di più di un socio che purtroppo raramente vediamo alle conviviali per così dire normali! e questo è sicuramente il segno qualificante del loro successo…”   

Prima del semaforo verde per il risottino alla monzese spetta però al Presidente la piacevole incombenza di salutare un visitatore rotariano (da Catania), la presidente del Rotaract  Ilenia Mangano, accompagnata dal papà, l’unico ospite di soci e i numerosi coniugi presenti (7). Auguri di buon compleanno infine a Rizzani che, compiendo gli anni proprio oggi, giustamente è… assente! 

A cestello di ananas servito, Paolo procede ad illustrare il programma del club per le prossime settimane fino a metà aprile, quando, esattamente lunedì 16, ospiteremo il Prof. Cologna per la serie “Milano ,comunità straniere”. Questa volta toccherà a peruviani ed ecuadoregni. 

Relatore, anzi relatrice della serata è un nostro socio, anzi una nostra socia: Laura Iris Ferro. “Ma come faccio a presentare Laura – esclama Pasquale Lebano – se di lei ho già parlato al momento del suo ingresso nel club! E poi della sua vita professionale, di quello che ha realizzato e che fa vi dirà tutto lei stessa questa sera. Tuttavia vorrei rifarmi a Beaudelaire, “può amare il mare solo chi è profondamente libero”per riaffermarvi che Laura è una persona libera, dolce, serena, libera e forte”. 

Simpatica, spontanea, estroversa  il giusto, innamorata di quanto ha fatto e quanto fa nella sua vita, di cui è giustamente orgogliosa, ma senza vanto e con calibrata misura, proiettata con passione nel futuro,  Laura si racconta con semplicità e concretezza, ché queste sembrano essere oltre a tutto il leitmotiv e il filo conduttore della sua stessa vita. 

“La sede delle mie società, lo stabilimento e i laboratori sono a Como, ma io abito a Milano, amo Milano e mi sento profondamente milanese – così esordisce la nostra amica – a  Milano ho studiato medicina, laureandomi alla Statale, dove ho conseguito la specializzazione in psichiatria.  Ho lavorato nell’hinterland milanese prima e a Milano dopo, dal 1981, nel centro psicosociale di Via Settembrini, un posto dove nessuno voleva andare per le evidenti difficoltà locali, un’esperienza che mi ha formato profondamente” 

“Nel 1991 sono stata cooptata da papà nell’azienda di famiglia, una società farmaceutica di piccole dimensioni in quel di Como. Di giorno lavoravo e alla sera frequentavo i corsi della SDA, la scuola di management della Bocconi. Il tutto senza trascurare i due figli arrivati nel frattempo! Poi papà si è ammalato ed è venuto a mancare due anni dopo. L’azienda aveva dei buoni prodotti – continua Laura – ma per sopravvivere andavano fatte delle scelte coraggiose, dovevamo, se si vuole usare un’espressione ad effetto!, risposizionarci strategicamente. Così cedemmo marchi e prodotti ad un gruppo tedesco e costituimmo due società, la  Sirton, inizialmente quale terzista produttore dei farmaci ceduti e successivamente di altre case farmaceutiche in Italia e all’estero, e la Gentium, una società di ricerca nel settore delle biotecnologie”. 

“Perché Gentium? Perché a mio avviso sono le persone a qualificare una società, e Gentium deriva da gens gentis. Siamo solo in 70, ma tutti qualificati e amiamo lavorare in team, abbiamo fatto grandi investimenti, con prodotti che stanno passando dalla fase 2 alla fase 3 della ricerca, niente male per un’azienda delle nostre dimensioni! – esclama compiaciuta  Laura – così nel 2005 siamo riusciti a farci quotare all’Amex e nel 2006 al Nasdac. Siamo quindi una società, una società per azioni di diritto italiano, ma che risponde a tutti i requisiti richiesti dagli americani. E nonostante le diffidenze iniziali (i titoli italiani quotati a New York si contano sulle dita di due mani e si riferiscono a società di grandi dimensioni e ben note sul mercato,  n.d.r.) di strada ne abbiamo fatta in pochi mesi! Pensate che le nostre azioni già figurano nei portafogli dei fondi pensionistici americani”. 

‘Bene, brava, sette più,  sembrano esclamare al termine gli amici che le siedono più vicino, Paolo e Pasquale per primi. Seguono gli interventi di Sironi, Lomazzi, Brandolese e Gambel, che danno l’opportunità alla nostra nuova amica di spaziare ulteriormente nel mondo della ricerca in generale e delle biotecnologie in particolare.

Attilio Bradamante