Cronaca della gita a Rovetta alla Fondazione Fantoni

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28 settembre 2013

Tema:  Il primo pullman per Rovetta

Appuntamento sotto casa del “socio onorario “ Pietro Paleocapa, ingegnere bergamasco, uomo politico e Ufficiale del Regno Italico nel 1800.

Siamo puntuali, come sempre, e dopo i saluti e le effusioni del primo mattino, alle 8.31 inizia la gita per Rovetta, organizzata dal nostro amico rotariano Paolo Fiorani.

Paolo, già Ufficiale del Genio Navale, amava rifugiarsi durante i brevi permessi della Marina nelle montagne bergamasche, appunto a Rovetta, nella casa della moglie Francesca Pedrocchi  Fantoni, discendente della famiglia dei “magistri lignaminis”, o “marangoni”, intagliatori in legno fin dal 1460 nella figura di Bertulino de’ Fantonis.

Quella casa è ora sede della Fondazione Fantoni, istituita nel 1968 come ente giuridico di diritto privato.

La conservazione e la divulgazione del patrimonio artistico dei Fantoni sono condensate nella Casa – Museo che raccoglie i segni dell’attività plurisecolare di questi intagliatori in legno e scultori in marmo fino al 1800.

 La Bottega d’arte raggiunge il culmine della sua importanza per la personalità e il talento artistico di Andrea Fantoni, che diviene capo bottega e “direttore dei lavori” nei cantieri delle sedi religiose di Bergamo, Alzano Lombardo e Rovetta.

E’ proprio ad Alzano Lombardo la nostra prima tappa per ammirare la Basilica di San Martino, dove si afferma per la prima volta il talento dei Fantoni con la realizzazione scultorea del pulpito di Andrea e dell’architetto Giovan Battista Caniana.

A questi era stato affidato il progetto degli intarsi della I^ Sagrestia nel 1680, con Grazioso Fantoni il Vecchio e con Andrea nel 1690 per la realizzazione degli arredi lignei della II Sagrestia che contano ottocento figure tra statuette, intagli, formelle ovali e la documentazione lignea di trentadue martirii di Santi e di bassorilievi dell’Antico e Nuovo Testamento.

La III Sagrestia spicca per gli stucchi del Sala e gli intagli del Caniana.

Ogni sguardo merita una fotografia ed è prevista anche la visita al Museo di Arte Sacra di recente allestimento, dove ci soffermiamo sulla Pala del Martirio di San Pietro e le tele del Tintoretto: San Cristoforo e la Vergine.

Scrive Marco Tincati nella precedente cronaca che “anche il senso del gusto gastronomico sarà appagato”; così l’Incontro Rotariano con gli amici di Bergamo Ovest si concretizza di lì a poco al ristorante Mas-Ci di Clusone.

Un menu accattivante di sapori ben assortiti ci avvolge in un’atmosfera cordiale e complice di una quasi consumata amicizia tra i boschi bergamaschi.

 Ci attende ora la Casa Fantoni, la Bottega d’arte di Rovetta (a 3 Km), divenuta Museo nella contrada Rascarolo, antica denominazione di via Andrea Fantoni.

“E’ una casa multifunzionale”, precisa Paolo Fiorani, che ha risentito delle necessità ricorrenti nel tempo dalla sua prima progettazione nel 1200 fino al 1700.

C’è un corpo angolare, la Casa Torre, del 1200 da dove si innestano i due corpi laterali di epoca successiva in una conformazione a elle.

Nella planimetria della Bottega si riconoscono l’antico passo carraio, il deposito, la stalla, la cantina, il portico, il fienile, l’orto (brolo).

Nella sala degli attrezzi, punto di forza della bottega artigiana, si può riconoscere (dopo suggerimento) un girello rudimentale di legno, rettangolare però (a un solo grado di libertà) per i figli delle operaie al lavoro.

 “Nella Casa Bottega i luoghi di lavoro e di vita si alternano e si integrano costantemente, senza apparente contrasto… Nella grande casa, intorno alla grande cucina si apre una serie di spaziosi locali, dove immaginiamo si potessero svolgere le attività di studio e di ideazione e la loro traduzione in progetti e modelli operativi” (Lidia Rigon).

A noi, increduli che in un piccolo borgo si nascondessero tanti tesori, non resta che ammirare le “crete” di Donato Andrea, la bacheca con la lista dei marmi adiacente alla vecchia cucina, le collezioni grafiche esposte a rotazione per la consultazione degli studiosi, i bassorilievi in legno di bosso, le cornici in tiglio, le statuette in marmo bianco di Carrara a modello di più importanti commissioni a prova della lavorazione di questo materiale.

A Luigi Fantoni, figlio primogenito di Donato Andrea, avvocato, bibliofilo dei primi dell’Ottocento, il merito di aver sistematizzato e collezionato le opere della Bottega Fantoni come patrimonio di arte familiare.

Il primo progetto di Museo di famiglia è nella “raccolta di sculture e di intagli”. La Fondazione Fantoni è la testimonianza di tale impegno lungimirante.

Il ritorno a Milano è un passaggio dal sacro al profano: all’uscita dalla Fondazione erano pronti lunghi tavoli che avrebbero raccolto i compaesani con boccali di birra, mentre un complesso musicale techno, nascosto tra le case di via Fantoni, allietava gli animi locali per l’incipiente serata d’autunno.

Accompagnati ai margini del borgo dai nostri ospiti, abbiamo raggiunto il pullman che ci avrebbe riportato alla realtà della città.

Grazie Paolo e Francesca!

Abbiamo risposto al vostro invito e avete mantenuto brillantemente la vostra promessa.

Angelo Attili