Cronaca della gita a Mantova del 2 dicembre 2006

 

Visita alla Mostra “Mantegna a Mantova 1460-1506”

 

 

Sabato 2 dicembre 2006 

Metti nello shaker un pullman puntuale, una quarantina di amici  (della serie  I soliti noti per parafrasare il titolo del leggendario film di Monicelli),  una rassegna dal titolo  accattivante e prestigioso, due guide preparate, una città rinascimentale dal fascino discreto, un ristorante altrettanto storico sede delle conviviali del locale Rotary Club  (anno di fondazione 1933) ed otterrai  un cocktail di sicuro successo. 

Questo devono aver pensato gli amici organizzatori di questa autunnale gita in quel di Mantova per la visita a Mantegna a Mantova 1460-1506, e così è. E dicasi autunnale, perché più grigio, plumbeo, quasi nebbioso e piovigginoso di così, questo sabato del principiar di dicembre  non potrebbe essere. Eppure, non ostante l’ora (il sole deve ancora sorgere o sta sorgendo proprio adesso), l’atmosfera in quel di Via Paleocapa è quasi festosa, comunque allegra: il piacere di ritrovarsi ancora una volta fra gli amici, vecchi, anziani, più recenti e persino nuovi (di appartenenza al club, s’intende) per passare una giornata insieme, fondendo cultura e gastronomia, turismo ed amicizia. I partecipanti convinti  che ‘anche questo è Rotary’, come sempre in passato e al presente si è sostenuto e si sostiene in siffatte occasioni. 

Che dire d’altro e cosa raccontare di questa gita soprattutto per chi non vi ha partecipato? Ad esempio che la rassegna su Mantegna vale sì effettivamente  un viaggio.  Sono relativamente poche le opere del maestro esposte, ma ne dipingono (è il caso di dirlo!) compiutamente estro e carattere. Compiutamente, perché una diversa dall’altra, l’una prepotente e significativamente espressiva, per certi versi violenta, l’altra delicata, soave, tenera ed angelica, come appunto gli angeli che adornano di volta in volta i ritratti della Madonna e del Bambino, del o dei santi, i luoghi sacri. Ma altrettanto significative sono le altre opere esposte della mostra, del Correggio ad esempio, e di Lorenzo Costa, particolarmente amato dagli estimatori del tempo.   

E ad esempio della colazione all’ Antica Locanda “Ai garibaldini” nota per  trovarsi in un antico palazzo del ’600, dalle alte volte e dalle accoglienti ed intime sale (in quella accanto a quella riservata dal club trovano posto gli amici rotariani di Bologna), con un menu mantovano doc, dai ravioli di zucca alla sbrisolona. 

E ad esempio della visita al centro storico della città. Discreto, mai appariscente, e ti chiedi come in piena pianura padana, in una zona tradizionalmente da sempre agricola e di certo non ricca, fuori e distante dalle più  importanti linee di comunicazione, per la semplice passione e l’iniziativa di una casata, i Gonzaga, approdati al potere per questioni d’armi, possa essere sorta  e possa essersi sviluppata una delle capitali del Rinascimento. 

E ad esempio infine della visita alla Casa del Mantegna, per ammirare i disegni e i progetti di quel mostro dell’architettura che è stato Leon Battista Alberti. E ancora una volta ti chiedi come questi geni abbiano potuto realizzare, anche dal punto di vista semplicemente tecnico, oltre cento lustri fa, capolavori quale, tanto per rimanere a Mantova, la monumentale chiesa di Sant’Andrea. 

 

Attilio Bradamante