Cronaca della conviviale n. 6 del 23 settembre 2013

Tema: Pascoli e Puccini verso il Novecento

Relatore: Prof. Fernando Bollino

Ci voleva un altro professore del clan Coluccia per fare un pienone come quello di questa sera: infatti si sono dovuti inaspettatamente apparecchiare sul momento ben altri tre tavoli nella sala del President, improvvisamente diventata troppo angusta per contenere la numerosa platea interessata a Pascoli e Puccini. E’ poi significativo notare come l’interesse per un tema che – diciamocelo francamente - poteva apparire alquanto desueto abbia invece coinvolto numerose signore e persino i giovani amici del Rotaract. E sì che coi professori, soprattutto economisti, medici e scienziati in genere, noi del Giardini abbiamo una grande confidenza; ci mancava però una testimonianza in quota umanistica e questa sera, grazie a Renato, abbiamo potuto riempire l’imperdonabile lacuna. Certo, checché se ne dica, l’argomento appare “spesso” e non facile da trattare, ma il nostalgico richiamo della cultura classica, nel nostro mondo ipertecnologico, ha ancora un’eco evidentemente non trascurabile.

Tutto inizia con gli inni e i saluti del Presidente a soci, coniugi, ospiti ecc, ecc. Un solo compleanno da segnalare ma di grande rilievo, quello del nostro ex presidente Fraschini, che ha voluto offrire un graditissimo flute di bollicine a tutti i presenti. Poi, dopo la cena, Gildo cede la parola a Renato che introduce il nostro relatore, nonché suo (di lui) cugino. Professore di estetica all’Alma Mater di Bologna e formatosi sotto il magistero di orientamento neofenomenologico di Luciano Anceschi (notazione necessaria a fugare i dubbi di Renato circa la nostra preparazione sul ricco cv del nostro ospite), il prof Bollino è tra l’altro autore di numerose pubblicazioni aventi per tema l’arte e l’estetica.

Il tema da trattare è vastissimo e il nostro Prof inizia offrendoci uno spunto di colta riflessione circa la rottura del silenzio e il concetto di circolarità del tempo; eravamo appena riusciti a realizzare chi fosse il citato Roland Barthes (con i telefonini che si sovrapponevano in maniera frenetica intasando le connessioni a wikipedia) che ci viene proposta la suggestiva immagine verdiana delle foreste imbalsamate di Aidiana memoria. Poi, ancora, in maniera alquanto repentina, ci ricorda le tragedie della famiglia Pascoli con l’uccisione del padre del poeta (e l’immagine della cavallina storna che impressionò gran parte della nostra infanzia, quasi più di Bambi) e la morte per tifo, crepacuore e malattie varie della madre e di quasi tutti i suoi fratelli avvenute poco dopo. La notizia è che Giovanni diventò uno svogliato professore universitario, assenteista e improduttivo nell’insegnamento, quanto grande nella poesia. Ma fino a che punto grande e moderno? La tesi del prof Bollino è che Pascoli, come Puccini, non abbia chiuso un periodo artistico ma ne abbia aperto uno nuovo: il 900. Altra suggestione sinottica è la data del 1876 quando il giovane Puccini viene folgorato sulla via di Pisa dalla bellezza dell’Aida (ricollegandosi in tal modo all’imbalsamazione delle foreste etiopi). L’obiettivo di tutte queste sollecitazioni è quello di rappresentare un’indagine che, attraverso i mezzi dell’estetica e della poetica ci chiarisca il pensiero del poeta e del compositore sull’arte. La relazione continua infatti con una fitta serie di aneddoti e notizie sui due artisti, con innumerevoli collegamenti alla scienza, alla filosofia e ad altri poeti, come Baudelaire e la sua digitale purpurea ecc.

Il tempo fugge e, tra una citazione e l’altra, si raggiunge l’apice della serata con la declamazione dell’Aquilone, quando qualche voce qua e là nella platea si accoda alla recitazione della poesia per molti dimenticata dagli anni della scuola. L’ora è assolutamente inconsueta per il Rotary, tanto che Gildo deve troncare la dotta dissertazione senza neanche lasciare il tempo delle domande e creando non poco disappunto tra gli ascoltatori più appassionati. Forse non è stato tutto facilmente comprensibile ma la padronanza degli argomenti e la particolarità dei temi trattati ci hanno fatto trascorrere una serata molto particolare e coinvolgente. Un sincero ringraziamento quindi al nostro relatore, a Renato e alla sua numerosa (e culturalmente prolifica) famiglia da parte di tutti noi.

Marco Tincati