Cronaca della conviviale n. 11 del 4 novembre 2013

Tema: “Istruzione rotariana"

La serata si apre con il saluto del Presidente ai soci e ospiti e, in particolare, con la presentazione di Nazareno Pettinari, Assistente del Governatore e coordinatore del Gruppo 8, e del dott. Rovere (ospite di Mula), nostro prossimo neocollega.

Poi la notiziona che ci passa Gildo (non senza una certa emozione): Monsignor Buzzi, Prefetto della Biblioteca Ambrosiana, rotariano di vecchia data e diverse volte ospite al Giardini, ha accettato di diventare socio onorario del nostro club. E’ una conferma importante per il Giardini, che si arricchisce così di una personalità di grande spicco della cultura e delle istituzioni milanesi.

Dopo la cena il tema della serata: come ci dirà meglio Pettinari nel suo intervento, si tratta del primo incontro di un ciclo voluto dal Governatore Zampaglione per riflettere sui temi caldi del Rotary e, soprattutto, sui problemi dei diversi club. E l’argomento scelto per questa sera è uno di quelli sicuramente più rilevanti, soprattutto per un sodalizio come il nostro dove il numero dei “diversamente giovani” è – per fortuna – piuttosto significativo. Il problema di accrescere l’effettivo con nuovi membri, contrastando il fenomeno ben raffigurato da Gildo come “crisi di vocazioni”, è certamente sentito e una riflessione tra noi su questo tema è quanto mai opportuna. Pensiamo per esempio a tutti i giovani del Ryla, dei quali abbiamo perso le tracce o non le abbiamo seguite con lo scopo preciso di mantenere un rapporto solidale con noi. Si tratta di numerosi giovani (o ex tali) che, magari, hanno avuto uno sviluppo professionale interessante per il Rotary. Infatti, nel recente passato abbiamo selezionato i nuovi soci sostanzialmente sulla base di un semplice passa parola tra amici e quasi sempre senza nessuna strategia sottostante. Forse, suggerisce il Presidente, dovremmo essere capaci di ribaltare il processo, decidendo di quali figure il nostro club abbia più bisogno e ricercarle di conseguenza sul mercato dei possibili candidati. Si tratterebbe cioè di istituire una commissione specificamente dedicata a questo problema in modo che, da semplici selezionatori, si trasformino in una sorta di head hunters di rotariani.

Lo stimolo di Gildo alla discussione non passa inosservato, tanto che numerosi colleghi “s’iscrivono” a parlare.

Attilio ci ricorda che – in passato – lo strumento delle classifiche andava proprio nel senso ora citato, evidenziando sia le necessità, sia le eventuali sovrapposizioni esistenti per le diverse categorie professionali; scegliere consapevolmente nuovi soci in base alle nostre necessità anziché accettare auto candidature più o meno estemporanee – in fondo – è un ritorno alle origini, quando i padri fondatori del Giardini erano chiamati a farne parte sulla base di un preciso percorso decisionale. 

E Tito interviene a tale proposito, descrivendo sinteticamente quello che – nelle aziende – è comunemente adottato come processo top down di pianificazione. 

Poi è la volta di Franco (Amigoni), il quale analizza le motivazioni sulle quali – secondo lui - fa presa l’appeal rotariano; queste non stanno tanto nella volontà di fare del service (per il quali esistono ormai associazioni a questo dedicate e quindi molto più specifiche), né per coltivare nuove amicizie, dove queste richiedono una conoscenza più profonda e tempi lunghi ma, piuttosto, nella possibilità di accedere a nuovi mondi, sia sociali che professionali. Tutti d’accordo comunque sulla necessità di pianificare e scegliere le professionalità più opportune, anche se, il come implementare questo progetto rimane un compito non certo semplice.

Angelo (Attili) evidenzia da parte sua la necessità che la Commissione Effettivo possa continuamente avvalersi, in maniera trasversale, dell’apporto di tutti i soci attivi.

Anche Pettinari interviene premettendo che la stabilità e la riconosciuta proattività del Giardini sono qualità pienamente assodate. Prima che di reclutamento occorre però parlare di conservazione e cioè di clima, ambiente, trasparenza di rapporti ecc. Principi che nel DNA del Giardini sono sempre stati presenti e che non bisogna assolutamente disperdere. Poi il reclutamento che è una “condicio sine qua non” per sopravvivere. Le modalità attraverso le quali concretizzarlo devono passare attraverso la Commissione Effettivo, che deve essere nel contempo attiva e interattiva. La costituzione di Gruppi focalizzati sui diversi ambiti professionali per definire i relativi candidati è un altro efficace meccanismo di selezione e reclutamento. Operativamente si deve però lavorare con continuità e sapendo dove si vuole arrivare (ndr: insomma, vale anche in questo caso il vecchio adagio secondo il quale “se non sai dove andare, probabilmente arriverai da qualche altra parte”).

Detto tutto questo, Gildo presenta una selezione di slides prodotte dal Distretto sull’ effettivo che riprendono, razionalizzandoli, tutti gli argomenti da noi sin qui trattati, a dimostrazione che questi concetti erano già presenti in ognuno di noi.

Prima della campana Franco vuole lanciare ancora un allarme sul pericolo di perdere i soci più giovani, a suo parere non sempre coinvolti nella vita attiva del Club: c’è infatti un’età media complessiva,  un’età media dei partecipanti alle conviviali e un’età media dei partecipanti alle gite ecc.

Condiviso il warning di Franco, Gildo chiude la serata con la raccomandazione Urbi et Orbi di meditare profondamente su quanto discusso questa sera e farci così, in qualche modo, parte attiva alla costruzione del nostro futuro.

 

Marco Tincati