Cronaca della conviviale n. 26 del 20 aprile 2009

 

Tema: La SEPA (Single European Payment Area): cosa cambia per famiglie, imprese e pubblica amministrazione?”

Relatore: Prof. Carlo Tresoldi

 

Carlo_Tresoldi_Presidente_SmallLa notizia : con il 1° novembre prossimo, se saranno completate in tempo le necessarie ratifiche (ma la previsione è che i tempi saranno rispettati) potremo inviare un bonifico a un nostro cliente di Amsterdam o a nostro figlio che studia ad Heidelberg con un procedimento che rassomiglia a una linea retta e non a una matassa di procedure e di sistemi bancari diversi.

Un buon progetto se si pensa  che mira ad estendere il processo d'integrazione europea ai pagamenti al dettaglio in euro effettuati con strumenti diversi dal contante, con l'obiettivo di favorire l'efficienza e la concorrenza all'interno dell'area dell'euro.

La notizia, che i giornali avrebbero potuto darci anche prima (e non è poi tanto un mistero se non l’hanno fatto), ce la porta, lunedì 20 aprile, in conviviale del Giardini, un personaggio di primo piano, Carlo Tresoldi, un “nome” della Banca d’Italia, spesso rappresentante del nostro Paese nei consessi finanziari europei, un altro importante “pezzo” dell’argenteria della finanza italiana che il  nostro Presidente invita al  tavolo dei nostri incontri settimanali.

Il dottor Tresoldi ci spiega che il sistema oggetto della notizia porta un nome che presto entrerà nel nostro vocabolario corrente: SEPA, acronimo di Single Euro Payment Area (Area dei Pagamenti in Euro), l’area che, facendo seguito all'introduzione dell'euro, rappresenta un ulteriore e decisivo passo in avanti verso la piena realizzazione del mercato unico europeo.

Il suo obiettivo principale è la creazione di un mercato dei pagamenti armonizzato – bando al contante - che offre degli strumenti di pagamento comuni (bonifici, incassi e carte di pagamento), che possono essere utilizzati, all'interno della SEPA, con la stessa facilità e sicurezza su cui si può contare nel proprio contesto nazionale.

Nell'ottica SEPA, tutti i pagamenti al dettaglio in euro sono considerati "domestici", venendo meno la distinzione fra pagamenti nazionali e transfrontalieri all'interno dell'area dell'euro.

La SEPA è costituita da: strumenti di pagamento armonizzati (bonifici, addebiti diretti e carte di pagamento); infrastrutture europee per il trattamento dei pagamenti in euro;
 standard tecnici e prassi operative comuni;- base giuridica armonizzata; - nuovi servizi in continua evoluzione orientati alla clientela.

I vantaggi? La linea retta non ha angoli e tanto meno angoli oscuri. Più trasparenza. La linea retta non ha fermate intermedie. Non deve fermarsi a fare il pieno. E’ telematica, usa la luce, ma non quella degli uffici: usa quella dei computer. Costi minori. La linea retta non ha spigoli e trabocchetti. Meno burocrazia. La linea SEPA scivola tra i sistemi bancari, li sorvola, li sfiora. Meno banca.  

Questa la  notizia buona. La notizia cattiva, a esser maliziosi (ma, come dice Andreotti, a pensar male si fa peccato, però…), è che la quasi totalità delle banche italiane hanno aderito alla SEPA. E allora? Nessuno entra nella gabbia del leone che potrebbe mangiarlo. A meno che non voglia addormentare il leone.

Per cui, dice Carlo Tresoldi, non è un male che nell'ambito dei suoi compiti di sorveglianza condivisa all'interno dell'Eurosistema, la Banca d'Italia sostenga, ma, appunto, “sorvegli” la realizzazione del progetto SEPA.

De profundis, comunque, per quei dinari dal suono opaco che dannarono Giuda per l’eternità, addio alla dracma perduta e ritrovata della tradizione evangelica, addio al lucente fiorino che fece la fortuna dei nostri banchieri fiorentini.

***

Non meno importante la seconda notizia riferita dal nostro oratore: grandi e meno grandi organizzazioni industriali o commerciali potranno farsi “payment institutions”, farsi banche di se stessi. Pagare fornitori, incassare, persino esercitare credito fino a un certo limite, in regime autarchico, in regime SEPA. Se sono rose, fioriranno. Soprattutto, con il favore della “linea diretta”, senza le spine della truffe on linee che ci hanno finora afflitti. Anche a causa dei nostri miopi ritardi tecnologici. 

Nicola D' Amico