Cronaca della conviviale n. 15 del 12 gennaio 2009

 

Tema: Riflessioni di una ambasciatrice rotariana nel Sussex

Relatore: Marta Moratti

 

Modesta, simpatica, spontanea, autentica e decisa come lo sanno essere ancora le nostre ragazze dell’entroterra lombardo, anche quando hanno collezionato - con sacrifici personali e provvidenziali borse di studio (tre le quali una rotariana) - lauree e master in Italia e all’estero (vedi bollettino n. 17): questa è Marta Moratti (niente a vedere, tranne il ghiaccio caldo, con Letizia).

La sera di lunedì 12 gennaio la superdottoressa Marta ci ha raccontato della sua virtuosa “doppia vita” nel  Sussex come ricercatrice di Economia dello sviluppo nell’università del  Sussex e di ambasciatrice rotariana. Per evitare una pedissequa e pedestre cronaca, mettiamola nella forma di intervista.

  • La sua esperienza di ricercatrice nel Regno Unito?

    • Eccezionale. Disponibilità dei docenti, partecipazione intensa dello studente alla ricerca, niente “baroni”, solo insegnanti alla mano, che rispondono a giro di email alle tue richieste.

  • Torneresti a lavorare nel Sussex?

    • Ci sto tornando.

  • Aspetti negativi?

    • Nel mondo anglosassone non ti regalano niente. Pensate che io ho vinto brillantemente il concorso - a numero chiuso -  di ammissione a un master, ma al momento di frequentarlo mi hanno chiesto quale fosse il mio sponsor o se intendessi pagare la retta di tasca mia (tasca non abbastanza larga e comunque non disposta a farsi riempire dalla famiglia). Un’ingiustizia che rende ancora più meritevoli le iniziative con le quali i Rotary sostengono i giovani (io, per esempio, sono stata “scoperta” dai professori Alberici – il vostro attuale presidente – e Sironi).

  • E la sua vita di ambasciatrice?

    • Si svolgeva solitamente nei pub, dove era solito riunirsi il Rotary di riferimento.

  • Nei pub?

    • Sì, erano delle riunioni molto ricche di spirito …

  • In che senso?

    • Alcoolico.

  • E che immagine vi si ha dell’Italia?

    • A parlare male dell’Italia siamo soprattutto noi italiani. In ogni cuore di straniero c’è un pezzo d’Italia. Chi è stato in Italia ne parla in una sorta di estasi: è innamorato dei luoghi, della cucina, della moda… Chi non c’è stato la tiene a primo posto nei propri sogni.

  • Come si comportavano gli anglorotariani con lei?

    • In genere mi chiedevano di sposarli. Anche quando erano sobri. Ma la scintilla non è mai scoccata.

 

(n.d.a)