Cronaca della conviviale n. 22 del 9 marzo 2009
Tema:
“ Relatore: Dott. Nicola D'Amico |
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Dopo la presentazione della
simpatica stagista di New Orleans Paola Durango, accompagnata dal prof.
Edoardo Rovida, Presidente del Programma “Borse di Studio”, è di scena
Nicola D’Amico con le sue “storie semisegrete della scuola italiana”.
Diciamo “è di scena” perché
quello di Nicola è stato un recital appassionato ( e appassionante per
noi che lo abbiamo ascoltato veramente col fiato sospeso), quaranta
minuti di recitazione di storia d’Italia vista dal buco della serratura
della scuola: un fuoco d’artificio di notizie e di personaggi che
balzano pieni di vita dalla penombra in cui sono rimasti per anni per
entrare in modo indelebile nel nostro ricordo. Una galleria di uomini e
di donne nei loro aspetti meno conosciuti in rapporto all’evoluzione
(evoluzione?) della scuola italiana: un Carlo Magno analfabeta che crea D’Amico ci presenta un Cavour
considerato dai parenti “l’ignorant Camille” solo perché preferiva la
matematica al latino, un Gabrio Casati “raccattato all’ultimo momento
solo perché ci fosse un lombardo nel governo,
Una scuola, quella di D’Amico,
fatta non di aride incomprensibili leggi, di circolari sgrammaticate e
di altre amenità burocratiche, di riforme fatte e disfatte, come la
scuola di cui siamo soliti sentir parlare, ma una scuola di persone
vere, uomini e donne, una scuola di fatiche, di lacrime e sangue, una
storia che si può riassumere nella triste sorte di quella maestrina del
Pistoiese che si uccide perché l’autopsia possa rivelare la sua
integrità fisica e morale. O di quel maestro del “Cuore” di De Amicis -
ma
caso vero e frequente – che, senza pensione, già a
Unità d’Italia inoltrata, è ancora in cattedra a oltre ottant’anni per
potersi sfamare. Una società nella società per la quale, per cortesia,
giù il cappello.
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