Cronaca della conviviale n. 21 del 2 marzo 2009

 

Tema: La Fondazione Francesca Rava e il Rotary Giardini per i bambini di Haiti"

Relatore: Avv. Maria Vittoria Rava

 

Haiti, una spina nel fianco dell’umanità. Aspettative di vita pari a quelle esistenti in Europa 400 anni or sono. Una indipendenza immatura. Mortalità infantile tale da minacciare la sopravvivenza stessa di una popolazione con il nome  di haitiana.

L’Europa interviene. Prima fra tutte l’Italia, sulle orme di qualche singolo missionario, di qualche singolo volontario americano o francese. E fra gl’italiani, prima fra tutti la Fondazione Francesca Rava. Anche con il sostegno, infinitesimale ma non inutile, del nostro Club. E i politici del luogo, intenti a massacrarsi, a guardare. Uno scenario allucinante.

Ma se prima eravamo bloccati dalle agenzie  turistiche  alle soglie della frontiera di Santo Domingo senza chiederci un perché, magari sazi della risposta:”Non vale la pena. Di là c’è l’inferno dei vivi”, ora, dopo i contatti di questi ultimi mesi con la Fondazione Rava e la sua ambasciatrice, l’avvocato Maria Vittoria, che lunedì 2 marzo ha parlato al Giardini, beati e innocenti (incoscienti) non lo siamo più. Che significa? Che la soddisfazione per questa fertile alleanza con la Fondazione Rava, non deve lasciarci più…alle frontiere di San Domingo e del nostro portafoglio. Il Club ha fatto e farà quanto è nelle sue possibilità. Ora è anche l’ora dei singoli, anche in opere, oltre che in denaro.

In queste stesse pagine possiamo leggere i dettagli dell’operazione “Francisville, la città dei mestieri”. In quanto al destino del nostro contributo, Maria Vittoria ci ha altrettanto descritto tutti i parametri della trasparenza che accompagnano (compresa la certificazione “d’autore” che tante grande aziende non possono vantare) tutte le iniziative della Fondazione Francesca Rava: c’è una Haiti italiana, nel mar dei Caraibi, fatta di asili nido, orfanotrofi, ospedali pediatrici, mense, laboratori, scuole. Ma soprattutto fatta di lavoro, di braccia e di cervelli. Tutto ciò che si è levato dal nulla di una terra impervia che è il risvolto della medaglia di un’isola che potrebbe essere un paradiso, è nato dal volontariato di ingegneri, medici, carpentieri, studenti italiani. Raccolti intorno alla Fondazione Rava, che a sua volta è affratellata alla N.P.H (Nuestros Pequeños Hermanos), fondata da Fratel William Wasson, di  Phoenix, Arizona (1923-2006), organizzazione che accoglie e cura migliaia di orfani in  Mexico, Honduras, Haiti, Nicaragua, Guatemala, El Salvador, Repubblica Dominicana,  Peru, Bolivia.

La Fondazione Rava è nata con la non cospicua liquidazione di una ventiseienne, Francesca Rava, morta in un incidente automobilistico, una piccola somma con la quale la altrettanto giovane sorella Vittoria Rava, ha seminato quello che sta diventando un fiorente campo di generosità.

Vittoria Rava è essa stesso un “evento”. Tenace, ostinata, oratrice faconda, in politica trascinerebbe elettori. Che la sua  campagna per il parlamento della bontà possa trascinare sempre più cuori.

E ora scusate la prosa: le donazioni alla Fondazione Rava sono deducibili fiscalmente e possono essere effettuate tramite carta di credito, telefonando allo 0254122917 oppure on line sul sito www.nphitalia.org; con un bollettino postale sul c/c 17775230; o con un bonifico Banca Profilo IBAN IT 94 Y 0302501600CC0010012788 intestato a Fondazione Francesca Rava N.P.H. Italia Onlus.

Anche grazie al nostro contributo, presto alcuni giovani panettieri formati in Italia torneranno in Patria a insegnare ad altri giovani come si fa il pane. Anche noi possiamo farlo, con una ricetta infallibile, la ricetta Rava. Si prende un chilo di farina, la si impasta con acqua, sale, lievito e si versa un 5x1000 nell’apposita casella del  Modello unico. Un gusto unico. (Ma non fermiamoci alla battuta).

Nicola D’Amico