Cronaca della conviviale n. 10 del 16 ottobre 2006

 

Tema: “Il mondo cambia…e il Rotary?”

Relatore: Dott.ssa Alessandra Faraone Lanza

 

 La conviviale ospita come relatrice la PDG Alessandra Faraone Lanza.

Purtroppo non ci sono soci disponibili per redigere la cronaca della serata.

Il mio intervento non è un tentativo di sostituire i “big” della cronaca perché non ne sono assolutamente all’altezza, per cui mi riservo di fare un sunto della relazione che ha come titolo  “Il mondo cambia…e il Rotary?”. 

Alessandra Faraone Lanza inizia il suo intervento ricordando che la nostra Associazione ha saputo mantenersi fedele negli anni alla sua mission e ai suoi grandi valori.

Si è continuamente arricchita di esperienze, di testimonianze di servizio e di grandi realizzazioni, che l’hanno resa stimata ed apprezzata nel mondo. 

I ricordi della relatrice sono dominati dalla grande avventura della costruzione dell’Europa, la nascita di grandi colossi economici e industriali e il crollo di altri, i nuovi modelli della distribuzione, i progressi scientifici, la rivoluzione nel mondo delle comunicazioni. Ma anche l’avvento della mondializzazione, la deregulation dei mercati, le trasformazioni ambientali e soprattutto quelle del mondo del lavoro quali l’altalena preoccupante del tasso di occupazione, la ricerca affannosa dell’equilibrio sociale, le problematiche dell’invecchiamento della popolazione (in Italia più – o meglio – che altrove), ecc. 

Il contenuto della relazione è una proiezione del cambiamento all’ interno del sodalizio nella prospettiva futura.  

Parla quindi della realtà rotariana.

Il Rotary è una struttura “votata” al cambiamento; questa che potremmo chiamare “predestinazione” è espressa con chiarezza dal nostro Fondatore quando dichiara che “…la storia del Rotary deve essere riscritta giorno dopo giorno”; affermazione che ancora una volta conferma la lungimirante visione strategica di Paul Harris.

Le indicazioni dall’alto vengono formulate di continuo, con saggezza e con assoluta precisione. Si percepisce, forse, il timore dei nostri vertici di non voler stravolgere il “sistema” o forse è troppo dominante la consapevolezza che non si riesce a cambiare il mondo (quello rotariano) tutto in una volta e allo stesso modo.

I cambiamenti strutturali indicati sono tre:

1 Il Piano direttivo del Distretto (1997-98)

2 Il Piano direttivo del Club (2007-08)

3 Le disposizioni del Consiglio di legislazione (2004) 

Il Piano direttivo del Distretto introduce la continuità delle interrelazioni tra Distretto e Club, l’avvicendamento programmato, la semplificazione degli organigrammi distrettuali, la figura dell’ Assistente del Governatore e la modifica del ruolo del Governatore.

Il Piano direttivo del Club vuole dare più efficienza ai club con l’incremento dell’effettivo, progetti pluriennali condivisi che fronteggino necessità di comunità locali e internazionali, sostegno alla Fondazione Rotary con contributi finanziari e con partecipazione attiva ai suoi programmi, formazione di validi dirigenti. 

Al Consiglio di legislazione del 2004 sono state presentate 476 proposte, ma ne sono state adottate 100 (50 emendamenti e 50 risoluzioni) quali la designazione  del Governatore non meno di 24 mesi prima dell’assunzione del mandato e non più di 30, la decadenza della carica del Presidente nel caso di mancata partecipazione al SIPE e all’Assemblea del Distretto, valorizzazione della professionalità, decisione di ciascun distretto sulla partecipazione al Congresso Distrettuale del rappresentante del Presidente Internazionale, proposta la video-conferenza al Consiglio di legislazione, riformulazione  del secondo motto del Rotary  in “They Profit Most Who Serve Best”.

I cambiamenti dell’azione rotariana sono tre:

1 La collaborazione fra i club

2 L’approccio progettuale

3 Le grandi innovazioni della Rotary Foundation. 

Il primo prevede la condivisione di progetti con una comune linea di intenti. Il sostegno reciproco darà una maggior forza all’attività programmata. L’Assistente del Governatore ha il compito di far collaborare i club con progetti simili. 

L’approccio progettuale deve essere in sintonia con quello del Distretto e deve avere obiettivi efficaci, cioè condiviso, valutabile, ambizioso, realistico e definito nel tempo. 

Tra le grandi innovazioni della Rotary Foundation ci sono state la riduzione dei programmi e celerità e trasparenza delle procedure, l’istituzione dei DSG, e l’inversione del rapporto di finanziamento tra programmi educativi e umanitari (70% umanitari e 30% educativi). 

Tra gli indirizzi strategici la relatrice ha parlato di:

1 La tutela della base sociale e l’espansione

2 Il principio della continuità

3 Il Piano strategico del Rotary International 

Il primo punto è necessario e fondamentale. Si deve evitare l’invecchiamento, aprire alle donne, aprire a Soci di categorie privilegiate quali Rotaract, ex borsisti, revisione annuale delle classifiche, istituire una commissione per lo sviluppo dell’effettivo, seguire la formazione dei nuovi soci coordinata con altri club e dal Distretto. 

Il principio della continuità richiede la scelta di progetti che si portino avanti negli anni, non più annuali, per ottenere risultati più gratificanti. 

Il Piano strategico del Rotary International è stato lanciato nel 2001-02.

La “vision” futura ha quattro punti: l’eliminazione della polio, maggiore visibilità in tutto il mondo, incremento della friendship, incremento degli ideali di principi etici, comprensione internazionale,  la pace.

I traguardi più importanti sono sette: eradicare la polio, focalizzare i programmi R.I. a livello di club, un nuovo Corporate Program, rivisitare la Governance e Leadership, incrementare la formazione e l’istruzione, sviluppare e consolidare l’effettivo, migliorare l’immagine pubblica. 

Il cambiamento effettivo non è quello dettato dall’alto, ma è il cambiamento del sistema nei giudizi di valore, di coerenza degli ideali, nell’impegno di essere credibili nel mondo del servizio.

Il cambiamento viene dalla capacità dei soci di percepirne le spinte, di comprendere le problematiche e le sfide sempre nuove che vengono proposte. 

Una serie di domande viene posta per capire se si è pronti a cambiamenti. Come aveva detto in precedenza, la base reagisce in modo discontinuo, lamentandosi.

La domanda del titolo dell’intervento “Il mondo cambia…e il Rotary?” va quindi riformulata più esattamente in “Il mondo cambia…e i rotariani?”. 

 

Alessandra Faraone Lanza