Cronaca della conviviale n. 9 del 9 ottobre 2006

 

Tema: “Milano: le comunità straniere – la Polonia”

Relatore: Andrzej Szydlo – Vice Console della Polonia

 

 

Serata internazionale questa del 9 ottobre 2006.

Con la partecipazione in Interclub del “Milano Fiera” che ci ha gratificato della presenza del suo presidente Malvezzi e di 28 soci, abbiamo raggiunto le 81 presenze per guardare  Milano con l’ottica di  uno straniero che viene ad abitarci.

Paolo Favole è un profondo conoscitore del territorio, che ama e che vuole valorizzare in tutti i suoi aspetti: storici, artistici, culturali, morali e sociali e per sviluppare questa tematica ha  organizzato numerose serate a tema.

Il Nostro ci segnala che Milano è passata da 1.850.000 abitanti a meno di 1.350.000. Di questi oltre il 20 % appartiene a comunità straniere delle quali poco conosciamo. Si tratta di un cambiamento epocale avvenuto in tempi tecnici molto ridotti e del quale spesso non siamo consapevoli.  

L’incontro di oggi si inquadra in questo approfondimento che ci permette di scoprire gli altri, nello spirito di disponibilità prettamente Rotariana. 

Il relatore della serata è un diplomatico, il Vice Console della Polonia ANDRZEJ SZYDLO,  responsabile anche dell’ufficio stampa e del cerimoniale. 

ANDRZEJ SZYDLO prendendo la parola prima del caffè, dimostra una padronanza impeccabile della lingua italiana e nella sua esposizione estremamente lineare cerca di darci delle chiavi di lettura che giustificano i rapporti privilegiati che la Polonia ha da sempre avuto con l’Italia. 

La Polonia, specie con Milano, ha avuto stretti legami senza confini grazie a Francesco Giuseppe  unico Imperatore del buon tempo passato. (Come ricordo imperituro penso alla cotoletta alla milanese)

Poi nel secolo scorso, quello del 1900 per intendersi, in Italia sono arrivate numerose famiglie nobili Polacche che sia per la loro cultura che per il loro fascino si sono profondamente inserite nel tessuto italiano sia a livello artistico che anche parlamentare. Molte casate italiane vantano questi legami storici. Direi una sorta di invasione  poco barbarica.

Dagli anni ‘70 è poi iniziata l’immigrazione di medici ed ingegneri che si sono stabiliti da noi, specie nel centro e sud Italia.

Oggi, oltre l’85% dei polacchi  è costituito da donne presenti negli ospedali come infermiere e nelle famiglie come badanti. 

Sulla base delle notizie ufficiali, in Italia attualmente esistono 100.000 polacchi di cui 6.000 sul territorio lombardo. Probabilmente sono molti di più perché il cittadino polacco non desidera  creare aggregazioni ma lavorare in modo autonomo con le proprie forze. Per questo motivo le due uniche associazioni Italo – Polacche esistenti hanno un numero di iscritti molto limitato e non rappresentativo  (una antica istituzione milanese parlava, due secoli fa, di capacità di elevarsi da sé medesimi  e con questo spirito si è creata l’industria lombarda). 

I Polacchi amano il clima italiano e di preferenza sono affascinati dal Lazio, dalla Campania e dall’Emilia Romagna. La Lombardia è la quarta regione di preferenza.

Non si viene in Italia strettamente per guadagno, perché per tale obbiettivo è meglio orientarsi in Inghilterra  ed Irlanda ove la presenza di polacchi supera le 300.000 unità ed i salari elevatissimi. 

E’ stato chiesto che cosa potessimo fare per la Comunità Polacca in Milano, e la risposta non poteva essere migliore: nulla di più di quelle che già fate. I nostri cittadini polacchi vogliono lavorare e qui hanno la possibilità di farlo, vogliono vivere nel sole e qui lo possono fare (è vero che ora abbiamo meno nebbia di prima ma il complimento è eccessivo….)

Oltre 1000 donne polacche hanno sposato italiani, mentre è meno fortunato l’uomo polacco, che raramente riesce a trovare la gemellata italica.

In Polonia alcune grandi industrie italiane hanno creato delle solide realtà industriali che sono poi servite da nave scuola per altre esperienze di formazione e produttività. Il sapere si è propagato a macchia d’olio ed ora la Polonia è dotata di tecnici preparati pronti a sacrificarsi per anni pur di poter poi tornare a casa con il capitale sufficiente a mettersi in proprio.  

Oggi  anche la Polonia è nella CEE e questo faciliterà ulteriormente  gli scambi professionali  ma già ora non mancano sorprese come quella di italiani  felicemente emigrati in Polonia con le loro famiglie. Ma questo diplomaticamente non è stato detto dal nostro ospite ma dai nostri soci. 

Il Console si è  invece lamentato della mancanza di buoni calciatori Polacchi in Italia ma, sempre diplomaticamente è aleggiato il ricordo del Grande Polacco che da Roma, per 27 anni ha gestito la morale della civiltà occidentale guadagnando coesione e rispetto da tutto il mondo. 

Con lo scambio di doni reciproci, CD musicali e gagliardetti, ridonati più volte nella frenesia dello scambio, si è conclusa la serata che si è dimostrata essere una gradevole lezione  di diplomazia che il nostro giovane Vice-Console Polacco ha voluto offrirci.

Le nuove generazioni hanno un grande ottimismo che contagia chi vuole ascoltare.

 

Marco Signorelli